Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali istituì, in data 13 aprile 2001, il Comitato celebrativo che poi prese il nome di Comitato “Battaglia di Montecassino”. Del comitato facevano parte 32 comuni interessati dal fronte di guerra nel Cassinate, le maggiori istituzioni territoriali e varie personalità locali. L’insediamento del Comitato ebbe luogo presso la sala del Consiglio comunale di Cassino il 9 maggio 2001 – furono nominati: presidente l’on. Lucio Testa e il prof. Giovanni D’Orefice segretario – tesoriere. Dopo qualche anno di programmazione e di preparazione si arrivò alla decisione di realizzare un Museo che potesse ricordare alle nuove generazioni il sacrificio della città e dei comuni limitrofi coinvolti nella famigerata Linea Gustav.
Il Comitato, presieduto dal sindaco di Cassino, Bruno Scittarelli, subentrato all’on. Testa affidò ad “Officina Rambaldi”, con delibera dell’assemblea dell’11 maggio 2004, l’incarico per l’allestimento di un museo “artistico-scenografico-multimediale” nell’ex mattatoio di Cassino.
La multinazionale di Carlo Rambaldi, famoso per i suoi 5 Oscar per la scenografia, con passaggi progressivi, facendo tesoro delle conoscenze ed esperienze di studiosi locali ed affidandosi alla guida illuminata di storici cattedratici, realizzò nel tempo record di 6 mesi lavoro di intenso lavoro, l’opera quella che doveva rappresentare una grande occasione di rilancio turistico, culturale dell’intero territorio.
L’inaugurazione ufficiale si ebbe l’11 luglio del 2005 con l’intervento dell’on. Pierferdinando Casini, Presidente della Camera dei Deputati e di tutti i sindaci del martirologio del Cassinate.
L’11 maggio dello stesso anno fu inaugurata, presso la biblioteca comunale di Cassino, una mostra fotografica sugli eventi bellici nel Cassinate, dal titolo “Memoria e Monito”, organizzata dal CDSC, Centro Documentazione e Studi Cassinati, che parzialmente ricostituita si può ammirare nel locali attigui al Museo.
Il percorso dell’Historiale si snoda attraverso dodici sale, in cui sono presenti video costruiti ad hoc, ma anche veri e propri documenti, come i filmati registrati dal regista John Houston, a seguito dell’esercito americano, le fotografie, la comunicazione alla radio del generale Badoglio dell’armistizio, le voci di Hitler, Stalin, Mussolini, i comunicati di Radio Bari. Inoltre vi sono le testimonianze registrate degli abitanti del luogo e delle donne che hanno vissuto la crudele vicenda degli stupri; le lettere degli emigrati, mappe e cartine, stimoli musicali e artistici, come la scultura realizzata da Carlo Rambaldi, oltre a opere realizzate da artisti locali e a progetti seguiti da giovani e studenti del cassinate.
Non è un museo tradizionale di guerra, ma un percorso uditivo, visivo, emozionale.
L’allestimento prevede un percorso che fa rivivere e partecipare al dramma di un secolo, il Novecento, segnato da due conflitti mondiali e che nella seconda guerra mondiale diviene teatro di uno scontro capitale per le sorti della guerra, per la liberazione dal totalitarismo. Una guerra che ha avuto a Cassino e nel Cassinate uno dei momenti più cruenti e distruttivi.
Particolare ed attraente il teatro ottico in cui si rappresenta il confronto tra le strategie dei due generali, quello americano e quello tedesco mediante l’uso della tecnologia olonica che li rende reali.
Il percorso, che documenta il calvario delle nostre comunità, si conclude con le testimonianze della popolazione civile, quali le terribili vicende delle marocchinate, con le conseguenze del conflitto, quale una desolante emigrazione, per terminare con la rappresentazione teatrale della rinascita, simbolo della ricostruzione nazionale ed europea.